Lo spiedo di quaglia regale della Confraternita di Levà prevede di accompagnare la pietanza con la “poenta onta”, fette di polenta fritte nell’olio. Ma come arriva la polenta nella cucina veneta? Abbiamo dedicato questo minidocumentario proprio a questo alimento, considerato povero, ma ricchissimo di storie millenarie. Le prime polente infatti si conoscono già dagli scritti babilonesi e per gli Atzechi il mais era considerato cibo delle divinità. Il granoturco -chiamato così dai veneziani in quanto cereale straniero- arriva in Italia dopo la scoperta delle Americhe e in fretta si impone come alimento comune sulle tavole imbandite tanto che nella cucina veneta non c’è pietanza che non sia accompagnata da una fetta di polenta. Pur essendo un impasto semplice da cuocere -acqua, farina di mais e una manciata di sale- è comunque un cibo che ha i suoi trucchi a partire dalla molatura delle farine e dalla cottura in paiolo lenta e rimestata. Un percorso di sapienze e di esperienze come insegna la famiglia Faloppi, produttori da generazioni di farine e polente.
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