Nel settembre 2010, in occasione dell’ultima edizione della sagra di Levà, è stata apposta la firma ufficiale istitutiva della Confraternita. Ma il cammino per arrivare a questo momento, così emozionante per tutti i soci, è stato lungo..
Storicamente, quando la caccia alla quaglia selvatica andava bene e i contadini riuscivano a fare parecchie catture, si potevano permettere un ottimo spiedo da gustare in compagnia. Preparato nel caminetto, mosso da un lungo girarrosto spinto da una serie di contrappesi, lo spiedo di quaglie cuoceva a fuoco lento per ore. La lunga cottura scioglieva il grasso di cui gli uccellini in cottura venivano “spennellati”, come il lardo (ma in seguito fu introdotto anche l’olio d’oliva), e il grasso che colava veniva raccolto sotto dalle leccarde. Nelle leccarde rosolava la polenta già indurita e tagliata a fette, alimento principe della cucina povera della campagna veneta di un tempo.
Con il divieto a cacciare le quaglie con le reti mobili o fisse e soprattutto con il mutare della società, la tradizione popolare della quaglia arrosto – in particolare dello spiedo – è ormai dimenticata da decenni. Qualche anno fa, però, alcuni amici di Levà, alcuni dei quali figli di ex cacciatori, stanchi di fare la solita braciolata hanno provato a riproporre in una festa campagnola la quaglia allo spiedo, fornendosi naturalmente di uccelli da allevamento (la caccia è severamente vietata). Un ringraziamento va in particolare a Daniele Scandola, 125 chilogrammi di simpatia e bonarietà, che con perizia e buona volontà ha costruito il primo caminetto adatto a questi spiedi. Nel 2002, dopo la positiva esperienza della piccola festa goliardica in mezzo ai campi, il gruppo di Levà ha dato la piena collaborazione proponendo la cottura dello spiedo di quaglia all’interno della sagra popolare, in programma come da consuetudine la terza domenica di settembre. Ed è stato subito un grande successo: la classica cucina paesana si è così arricchita di un piatto gustoso e riscoperto dopo molti anni, cotto da decine di volontari che si sono aggiunti via via al gruppo iniziale dal 2002 in poi. Per riproporre lo spiedo gli amici di Levà hanno acquistato gli uccellini di alcuni allevamenti presenti nel territorio vicentino (si può parlare con sicurezza di “piatto a chilometri zero”). Da tempo infatti in zona esistono aziende specializzate che allevano quaglie per destinarle alle macellerie: si tratta di quaglie giapponesi della specie “coturnix japonica”, di indole più domestica e un po’ più grosse rispetto a quelle nostrane.
La preparazione alla base del successo di queste feste è molto laboriosa. Gruppi coordinati di persone infilano sugli spiedi centinaia di volatili, ripuliti dalle interiora che vengono sostituite da un mix di erbe aromatiche del posto. Ogni volatile ben spennato viene alternato a foglie di salvia e a fettine di lardo. La cottura inizia presto con l’accensione dei caminetti e dura ore ed ore, per dare alla pietanza tutti gli aromi particolari che si possono sentire anche a “ naso”. Contemporaneamente, altri volontari cucinano la polenta “onta” nelle leccarde dopo aver prelevato il grasso che cola dalla cottura delle quaglie. Il risultato è un piatto forte, deciso e nel contempo anche raffinato, tipico della zona pedemontana vicentina. Nell’edizione della sagra del 2009, in due serate, sono state preparate circa 2000 quaglie: e ancora non bastavano. Visto il successo della manifestazione, che è andata nel corso degli anni sempre più in crescendo, è nata l’idea del gruppo di volontari montecchiani di costituire la “Confraternita dello spiedo di quaglia di Levà”, per proporre l’istituzione della DOC (Denominazione di Origine Controllata) al piatto vicentino.
Nel settembre 2010, in occasione dell’ultima edizione della sagra di Levà, è stata apposta la firma ufficiale istitutiva della Confraternita. Tutti i soci fondatori, compreso il sindaco di Montecchio Precalcino Imerio Borriero, hanno sottoscritto lo statuto associativo alla presenza del notaio Andrea Martini e di alcune autorità della zona. E’ stato un momento emozionante: un risultato insperato dopo anni di impegno e lavoro. Del resto, il successo di pubblico che questo piatto vicentino riscuote è in continuo aumento. La Confraternita è sempre all’opera: nel 2009 il gruppo è stato invitato in Austria a Mossburg, per cucinare alla festa sociale dell’ente austriaco dell’energia elettrica. Una gita davvero piacevole, che ha coinvolto molta gente della frazione. E da qualche anno, il 31 ottobre, è nata anche il “quajaday” di Ognissanti: durante la giornata nella piazza della chiesa vengono preparate, solo su prenotazione, quaglie da asporto da gustare in casa con la famiglia e gli amici.